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Type de textesource
TitreL’Idea de’ pittori, scultori ed architetti
AuteursZuccaro, Federico
Date de rédaction
Date de publication originale1607
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition
Editeur moderne
Date de reprintin Scritti d’arte, éd. par Detelf Heikamp, Florence, Leo S. Olschki, 1961, 2 volumes, volume 1.

, « Della terza, et ultima specie del disegno esterno prodottivo, discorsivo, fantastico » (numéro Capitolo IIII) , p. 17-19

Questa terza specie [[5:del disegno esterno]] è quella, che rappresenta tutto quello, che la mente humana, la fantasia, et il capriccio di qual si voglia arte può inventare. E se bene è men perfetta delle sudette, nondimeno è necessario, e gustoso, e porge grandissimo aiuto, augmento, e perfettione a tutte le nostre operationi, et a quelle ancora di tutte l’altre arti, scienze, e prattiche, formando nove inventioni, capricci in qualunque soggetto sia di partimenti, et ornamenti di pittura, scoltura, et architettura da farsi di stucco, di pietra, di marmi, bronzo, ferro, oro, argento, legname, ebano, avorio, o altra materia, o propria naturale, o artificiale, o finta di colori, ornamenti, o di qual si voglia altra arte, come di fontane, giardini, loggie, sale, tempii, palazzi, theatri, scene, apparati di feste, machine belliche, e qual altra cosa, grottosche (sic), arpie, festoni, cartelle, almanachi, sfere, forme matematiche, forteze, ingegni di mille spetie, machine, molini, zifre, horologii, chimere, e che so io ? Le quali cose tutte arricchiscono l’arte, e fanno grandissimo ornamento : che tutto questo gran Disegno abbraccia : e di queste deve l’eccellente pittore, scultore, et architetto esser copioso inventore, e più di tutti il buon Pittore, come universale, e di concetti vario, et ove ciascuno scuopre il giuditio, e l’ingegno, lo spirito, e la prontezza al disporre, et ordinare. E chi di simili cose non è inventore, manca a se stesso nell’occasion honorate. Però deve ciascuno usar ogni diligenza, per inventarne : ma che però non siano disdicevoli, e mal intese, come bene spesso se ne veggono in luoghi nobili, e principali nelle cappelle, et ornamenti d’altari, le quali spesso si commettano à semplici muratori, e scarpellini, che non hanno il fondamento di buoni ordini, e disegno. Però questi sì fatti ornamenti in specie, non è si facile la dispositione, che non si debbia con molta avvertenza procurare, che siano fatte con giuditio, come quelle che si veggono in Roma fatte da’pittori, et architetti eccellenti per ornare, et abbellire sale, camere, e cappelle, et in particolare quelle di Rafaele d’Urbino copioso e gratioso inventore di tutte le cose, come si veggono nel Palazzo Papale del Vaticano, nelle loggie, sale, e camere di Giulio Secondo, e di Leon Decimo, et alla vigna di Madama in Prato, grottesche, e partimenti di stucco : di Giovanni da Udine suo creato, in questo speciale valent’huomo. Così Perin del Vago universale, e gratioso si acquistò gloria nella bellissima sala Regia da lui fatta, con partimenti di stucco nella volta, e nelle facciate ricchissima à maraviglia, che meritamente si chiama sala Regia: e la sala di Torreborgia, e cappelle, et altre cose da lui dipinte il valor suo dimostrano. Di questa maniera hà operato Tadeo Zuccaro, in Roma, con maestà, e grandezza, et a Caprarola pingendo sale, stanze, e cappelle con artificio maraviglioso. L\'altar maggiore di Santo Lorenzo in Damaso di Roma, et altre sale, loggie, e cappelle, e cose singolari l\'eccellenza sua in questa arte chiaramente scoprono. E si può anco per essempio pigliare la Cappella Paolina, la quale hà ornamenti di stucco, e di pitture varie, e diverse ricchissime. Per la buona strada hà parimente caminato Francesco Salviati, copioso, e ricco nell\'inventioni, come hà mostrato nella sala del Palazzo hoggi delli Cevoli, et in altri luoghi. Così Michel\'Angelo Bonaruota nel bellissimo partimento della volta della Cappella Papale. Baldassare da Siena eccellente architetto, et pittore nella loggia del palazzo de\'Ghisi, ove pinse il partimento di stucco, con tant\'arre, che fà stupire chiunque lo mira; si che gli eccellenti pittori, scultori, et architetti, non hanno sdegnato di procurare l\'intelligenza universale per esser copiosi, e pronti nell\'inventioni, anzi si sono molto affatticati per diventar tali. Ne quì si deve tacere la bellissima volta di prospettiva fatta nella sala Clementina da Gioanni Alberto dal Borgo San Sepolcro, e l\'altra in San Silvestro à Monte CAvallo dal medesimo di gratiose, e nuove inventioni. E tutto questo hò detto io per invitare i giovani ad affattigarsi d\'essere universali, e non perdersi in una operatione sola del corpo humano, come hanno fatto alcuni con poco acquisto dell’uno e meno dell’altre cose. Convien dunque al buon pittore, come imitatore universale, et emulo della Natura haver cognitione, e prattica di tutte le cose naturali, et artificiali, et in particolare haver regola di prospettiva, e di architettura per potere con intelligenza formar casamenti, palazzi, e prospettive, così per figurar animali aerei, terrestri, et acquatici, e rappresentare boschi, campagne, prati, colli, monti, vali, laghi, fiumi, mari, et in somma tutte le cose. E si come la natura è copiosa, e varia ; et varie sono l’arti ; così il buon Pittore deve esser vario, e copioso, e procurar sempre d’imitar il meglio.

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, p. 26

E però questa nobilissima professione stimata e honorata tanto da Greci, stimati pure i savi, e prudenti del mondo, che questa posero nel primo grado delle arti liberali, e prohibirno a servi di poterla imparare, ne essercitarla ; si hebbero essi in pregio, e honore ; e li Romani parimente, tal che li nobili la essercitorno con grandissimo honore, come quel Fabio cognominato il Pittore, dal quale hebbe origine la gente Fabia.

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(II, 6), p. 27-28

Così l’arte della pittura non è che sia cielo, o elementi, o cosa elementare, pietre, minere, o animali, o uomini, ma che imiti tutte queste cose all’esterno. Il che ella fa talora con tanta diligenza et arte, che restano ingannati gl’occhi non pure degli animali, ma gl’uomini stessi, anzi gli istessi professori, come occorse nello sfido che fu tra Zeusi e Parrasio, fra gli antichi pittori tanto eccellenti e così famosi, stimati quasi dèi : uno de’ quali dipinse l’uva sì al naturale, che gli uccelli, ingannati dall’apparenza di quella, volavano per beccarla. L’altro così maravigliosamente dipinse un velo che mostrava coprire un quadro dipinto, che Zeusi stesso, tanto eccellente artefice, ne restò ingannato dall’accortezza dell’arte di Parrasio. Non meno ancora a’ tempi nostri sono stati sì eccellenti imitatori del vero di alcune cose, che hanno all’improvviso ingannato molti, come fra gli altri un ritratto di Carlo V di man di Tiziano, sì famoso pittore, e un altro di Leon X di man di Raffael d’Urbino, fra gli eccellenti eccellente ; i quali non solo ingannarono più volte principi, e signori, ma il primo l’istesso figlio di Carlo V, il gran Filippo, che fu poi il monarca dei re, e dell’uno, e l’altro emisfero ; il qual ritratto essendo messo davanti a un tavolino, ingannato dall’artificio dei colori, cominciò a trattar seco negozi. Non meno attonito, e maraviglioso restò il cardinal Pesia Datario di Leone, che presentò bolle, e calamaio, e penna a far la segnatura inginocchiato al ritratto del Papa Leone. Ma che più diremo del bellissimo partimento di stucco finto, e alcuni puttini finti di stucco di mano di Baldassar Peruzzi da Siena, in una loggia nel palazzo di Agostino Ghisi in Roma, che non è alcuno, che lo mira, che non creda, che sia di rilievo ? Eppure è opera di pennello di semplice chiaro, e oscuro, con tal artifizio, e con tal’arte fatto, avendo in quello lo studioso pittore finto la polvere, che si suole comporre nella superficie del rilievo, e preso il lume di sotto con tant’arte, che inganna chiunque lo mira. Tiziano istesso sì gran pittore, che ingannò altri, non poteva credere, che l’opera fosse altra che di rilievo; e vi bisognò la scala, e il tatto della propria mano per isgannarsi.

Dans :Zeuxis et Parrhasios : les raisins et le rideau(Lien)

, sonnet liminaire à Zuccari, non pag.

Arserat egregios Helenae depingere vultus,

Qui clarus viva Zeuxis in arte fuit:

Sed voluit pulchras Graecarum cernere formas

Hinc Helenae varium traxit ad ora decus.

Nescia fama tuum celebrat quia Zeusis honorem?

ZUCCARUS aeterno, dignus honore magis.

Mendicas Helenam Zeusis: tu ZUCCARE dives:

Solum Idea tuo pulchra fit ingenio.

Dans :Zeuxis, Hélène et les cinq vierges de Crotone(Lien)

(II, 2), p. 9-10

E perche quasi tutti gli individui naturali patiscono qualche imperfettione, e rarissimi sono i perfetti, massime il corpo humano, che spesso è manchevole in proportione, e dispositione di qualche membro, è necessario al pittore, et allo scultore acquistare la buona cognitione delle parti, e simmetria del corpo humano, e d’esso corpo scegliere le parti più belle, e le più gratiose per formare una figura di tutta eccellenza ad imitatione pure della natura nelle sue più belle e perfette opere. Così fece Zeusi nel formar alli Crotoniesi la lor Dea, facendo la scelta di sette più gratiose, e formose giovane, e di quelle scels le più belle parti, et unite insieme formò la sua bellissima Venere famosa insino a tempi nostri, che fù poi regola e norma della più bella, e più leggiadra e perfetta proportione, e beltà feminile che si trovasse. Così fecero anco altri eccellenti pittori, e scultori nel formar le statue de i lor dei in diverse proportioni, secondo la natura, e qualità loro: et il tutto pigliarono dalla natura, secondo ch’ella con le complessioni più e meno robuste, o più e meno molli, e delicate, dà spesso le proportioni delle membra del corpo accompagnando l’esterno all’interno. Onde vediamo, che i corpi humani sono varii di forme e di proportioni; altri magri, altri grassi, altri asciutti, altri pastosi, e teneri, altri di proportione di sette teste, altri di otto, altri di nove e mezza, altri di dieci, com’è l’Apollo del Belvedere a Roma.

Dans :Zeuxis, Hélène et les cinq vierges de Crotone(Lien)